Il Racconto di Nesos

Ci sono isole da raggiungere,
isole da sognare o immaginare,
isole per ricordare
e memorie da cancellare.

Certe isole appaiono oltre le nebbie per svelare un nuovo orizzonte.
Ogni isola è un invito al prossimo tratto di mare,
è una prova,
un possibile incontro,
un destino,
senza mai la pretesa di una destinazione.

Quando mollo gli ormeggi dal porto, ogni porto,
alzo sempre la testa e non guardo mai indietro,
mi rivolgo alla distesa del mare che aspetta,
al profumo del sale,
alla libertà di un azzurro spazio infinito.

Mi accompagnerà il vento, carico di umori lontani,
sarà lui a raccontarmi la prossima isola.

Socchiuderò gli occhi e ascolterò quella musica nelle brezze di terra,
mi porterà il sentore del muschio, del mirto e del timo,
sognerò all’ombra di un cedro,
mi sveglierà il sussurro dell’eucalipto.

E mi lascerò accarezzare dall’aria,
perché quello che cerco,
è il profondo abbraccio con le sostanze segrete del mare.

Non ho mai messo radici perché il mio verbo è andare.
Verso isole che rotolano come sassi nella risacca,
verso una donna che mi aspetta cambiando e conservando lo stesso sorriso,
verso un amico con cui bere rispettando il silenzio,
verso una duna sulla quale immaginare il futuro.

Guarderò il mare,
per sognare la prossima isola,
per vagare, continuando a cercare.

Amo solo una terra,
quella che mi assomiglia,
quella che si lascia circondare dal mare,
so che lei è laggiù e aspetta per offrirmi un riparo.

Lei è l’Isola nuova,
un Altrove sempre pronto a cambiare.

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